venerdì 18 maggio 2012

MICROPITTURA

DISPENSA MICROPITTURA


MICROPITTURA
L’entrata delle belle arti nel mondo della ricostruzione e decorazione delle unghie in Italia è abbastanza recente anche se già praticata da lungo tempo nei paesi dell’Est e la tecnica della micro pittura sulle unghie sta prendendo sempre più piede nel mondo della Nail Art tradizionalmente conosciuta perché permette alla onicotecnica di poter esprimere più liberamente e con tecnica più verosimilmente pittorica la propria fantasia a completamento del proprio lavoro di ricostruzione. Certamente ai vantaggi nelle potenzialità espressive si contrappongono i limiti di conoscenza dei prodotti in gioco e del loro utilizzo (colori acrilici, acquarelli, pennelli e coprenti protettivi) perché non specificatamente conosciuti da chi ha sempre praticato la decorazione sulle unghie con i classici prodotti disponibili per la ricostruzione e la nail art. Certo la Micro pittura sulle unghie ha sofferto molto prima di affermarsi nel mondo della Nail Art per la poca conoscenza dei prodotti e degli strumenti da utilizzare da parte delle operatrici del settore  ma sopratutto per l’iniziale mancanza di interesse commerciale da parte delle Aziende già presenti nel mondo della ricostruzione delle unghie che non avendo quei prodotti specifici in catalogo e neanche le conoscenze e l’esperienza per introdurli sul mercato non hanno profuso sforzi in tale direzione.

I colori acrilici per la pittura sulle unghie.
La “tempera” é un impasto cromatico dove il pigmento colorato viene unito a sostanze collanti (leganti) deboli quali la chiara d’uovo, il latte di fico, le cere o altre sostanze sempre solubili in acqua. La caratteristica di questo prodotto è la sua opacità e la diluibilità anche una volta essiccato per cui potremmo definirlo reversibile.
Il colore acrilico è un materiale molto simile alla tempera dove però il legante è una emulsione acrilica (resina) capace di rendere il prodotto , una volta steso ed asciutto, irreversibile e quindi resistente perfino alla stessa acqua con la quale è diluibile. I colori acrilici sono perfettamente amalgamabili tra loro e pertanto consentono di ottenere,  miscelando i colori primari giallo, rosso e blu con i colori intermedi, tutte le tonalità di colore desiderate … oggi si possono trovare in commercio una larghissima varietà di colori già pronti per soddisfare ogni tipo di esigenza e quindi si ricorre alla tecnica di miscelazione solo in rari casi per effetti particolari. Sono diluibili in acqua ma quest’ultima tende a rendere la tinta trasparente e a far perdere consistenza al prodotto  per cui nel caso della  micro pittura sulle unghie è preferibile, per schiarire il colore, usare una diluizione con un ” medium” che non è altro che il prodotto base senza il pigmento.
La caratteristica dei colori acrilici è la rapida asciugatura che però è condizionata oltre che dalla temperatura ambientale anche dallo spessore del prodotto steso per cui nel caso di decorazioni in micro pittura sulle unghie , in presenza di pennellata corposa, è consigliabile eseguire anche una veloce passata di phon caldo per essere certi che il prodotto sia essiccato completamente prima di procedere alla copertura dell’unghia con altro prodotto sigillante o lucidante finale.
Proprio la velocità di essiccamento  spinge ad una particolare attenzione sulla chiusura ermetica del nostro contenitore del colore e ancor più alla pulizia delle filettature quando confezionati in  tubetti con tappo a vite perché rischiereste di non poterli più aprire o di romperne la chiusura stessa. I colori per belle arti nascono progettati per dipingere su vari supporti che , ad eccezione di prodotti specifici per vetro o ceramica, devono presentare una pur minima porosità superficiale perché il colore possa aggrapparsi più facilmente e quindi  è buona norma, quando si vorrà decorare una unghia ricostruita, procedere prima preparando la superficie con una leggera opacizzazione della stessa con il buffer e comunque optare se possibile per colori acrilici a base vinilica che presentano maggiore forza di ancoraggio.
Ricordiamo infine due operazioni spesso inosservate nel lavorare con i colori acrilici, specialmente quando si è pressati dai  tempi ristretti di lavorazione per ricostruire e decorare le unghie,
- miscelare bene il colore prima di iniziare ad usarlo
- quando abbiamo terminato, immergere immediatamente i pennelli in acqua eliminando ogni residuo di prodotto
Gli acquarelli sono realizzati con pigmenti finissimi in polvere che hanno come legante la gomma arabica in soluzione acquosa ma non mancano prodotti agglutinati con  farina di patata, miele, glicerina e altri ancora. La funzione del legante è principalmente quello di non far polverizzare il prodotto una volta asciutto.
In commercio è possibile trovarli in pastiglie dove il colore è secco ( godet) o in tubetti.
L’acquarello è un prodotto reversibile (quindi anche quando secco può essere nuovamente rigenerato con altra acqua) e pertanto nella micropittura sulle unghie presuppone una operazione di finitura molto accurata nella fase della sigillatura finale e l’utilizzo di un prodotto di copertura abbastanza elastico pur se brillante per evitare crepe sulla superficie, a volte invisibili, che ridurrebbero la vita del decoro/design sottostante per casuali infiltrazioni di acqua specialmente nella pratica quotidiana di lavori domestici.
Nella pittura ad acquarello tradizionale non si usa il colore bianco perché viene ottenuto lasciando scoperta la parte di tela o carta-cotone già bianca in partenza oppure bagnando più volte quella parte per dare la massima trasparenza al colore e far risaltare il colore della base in genere si usa il bianco per ottenere toni di colore più chiari. E’ intuibile come l’utilizzo dell’acquarello nella micropittura sulle unghie è destinato ad avere un campo di applicazione più orientato verso il dimostrativo che non l’applicativo sulle unghie vere ma ciò non toglie che con particolari accorgimenti e rinuncia a lunghe durate si possa procedere anche con questa tecnica.
Uno dei sistemi adottati per dipingere sulle unghie con l’ acquarello è quello di dare corposità alla pennellata per poi togliere con il pennello umido la eccedenza di colore, ciò per dare trasparenza a quello sottostante che si è aggrappato alla superficie dell’unghia.
Condizione essenziale perché l’acquarello rimanga aggrappato sulla superficie di una Tip ( durante le esercitazioni) è che la stessa sia stata ricoperta precedentemente con gel o acrilico e opacizzata ( come se fosse una unghia ricostruita) questo per dare un minimo di porosità alla struttura plastica della Tip e permettere al prodotto di non scivolare via sulla superficie.
In ultimo si termina contornando con colore più forte e pennello a punta sottilissima gli elementi di dettaglio del design.
E’ buona norma avere sempre disponibile due contenitori d’acqua uno per l’acqua pulita della diluizione ed uno per il lavaggio continuo del pennello in uso.

I pennelli da lavoro.
I pennelli usati per il nail design sono dello stesso tipo di quelli usati dagli artisti per le loro creazioni su supporti di ben più ampie dimensioni ma essenzialmente nelle misure più piccole coerentemente con la grandezza della superficie su cui dipingere e del design desiderato.
Il manico, la ghiera ed il pelo sono gli elementi che lo compongono :
-la ghiera in pezzo unico senza saldature in ottone nichelato o dorato per evitare l’ossidazione;
-Il manico preferibilmente corto in legno … ma in presenza di un manico lungo e una punta/pelo di vostro interesse potete tranquillamente provvedere a ridurne la lunghezza  alla giusta misura secondo la vostra impostazione di lavoro;
-pelo naturale e/o sintetico per le svariate esigenze sempre più spesso si possono trovare pennelli misti con pelo naturale più sintetico (poliestere) di elevata elasticità e precisione al pari di quelli di solo pelo naturale, più ricercati ma anche costosi, fino ad arrivare a fibre sintetiche in grado di poter simulare la struttura del pelo naturale animale.
Nella micropittura ed in particolare nel nail design le misure più usate vanno dallo 000 al 4 ma questa indicazione è puramente teorica in quanto ogni produttore usa una numerazione propria e quindi la scelta non può avvenire sulla base della numerazione esposta ma dall’esame diretto della misura della punta in relazione all’uso che se ne vuol fare.
I pennelli consigliati  sono quelli a punta tonda fina pelo lungo di martora Kolinsky di origine russa  con spiccate caratteristiche di morbidezza ed elasticità capaci di trattenere l’acqua  mantenendo la punta sempre inalterata e quelli a testa piatta e diagonale (mis 2,4,6) con pelo (corto e lungo) sintetico o misto prevalentemente destinati ai decori di tipo floreale.
Sul mercato sono disponibili sicuramente tutte le misure fin qui esposte con qualche difficoltà per quelli tondi a punta fina di martora  dei quali non tutti i negozi di Belle Arti sono provvisti per il limitato interesse commerciale sulle misure molto ridotte e quindi in certe circostanze anche un buon pennello di pelo sintetico può svolgere la stessa funzione facendo più attenzione alle pennellate e sostituendolo con maggior frequenza.
Anche il pelo naturale dei pennelli invecchia con il tempo ma se curato con un po’  di destrezza si può continuare ad usarlo anche con punta visibilmente ridotta per numero di peli.

Manutenzione degli strumenti da lavoro.
I pennelli dovranno sempre essere pronti per essere utilizzati al massimo della loro funzionalità per non farci trovare inaspettatamente in difficoltà nell’eseguire un lavoro ed è pertanto estremamente importante averne cura nell’uso e nel mantenimento. Di seguito troverete suggerimenti e consigli per allungare la vita a questo strumento indispensabile per il vostro lavoro di micro pittura sulle unghie e non solo.
I consigli:
- durante l’esecuzione del lavoro tenere sempre a disposizione un contenitore con acqua dove immergere il pennello per ogni cambio di colore e ogni qualvolta si ha necessità di fermarsi anche per breve tempo.
Ricordarsi che i colori acrilici essiccano rapidamente e possono provocare danno irreparabile al pennello;
- il punto più delicato da tenere sempre pulito dal colore è l’attaccatura ghiera/pelo se residuo di prodotto acrilico si seccasse in quel punto determinerebbe lo scompattamento del pelo e l’impossibilità di riprendere la forma e la punta originale;
-al termine di ogni lavoro e prima di una sosta prolungata pulire il pennello con un panno e (movimento dalla ghiera verso la punta) e lavarlo con sapone neutro in acqua tiepida;
- dopo il lavaggio ricompattare il pelo con balsamo per capelli e rimodellare il pelo con la punta delle dita portandolo alla forma originaria e riporlo con la punta libera.
-anche nel caso di pennelli a pelo sintetico occorre osservare le stesse regole di pulizia e prima di riporli riportarli in forma lasciando i peli compattati con del sapone appena umido;
- specie i pennelli nuovi possono presentare a volte qualche pelo fuori posto e/o viziato da  piega indesiderata evitate di strappare il pelo è preferibile tagliarlo con una lametta  un po’ sotto la ghiera.
Particolare attenzione alle precedenti indicazioni dovranno farla le operatrici onicotecniche durante l’esecuzione dei lavori di micropittura sulle unghie perché spesso  distratte dalla pressione della clientela che chiede la riduzione dei tempi della seduta potrebbero inavvertitamente lasciare il pennello sporco tra una operazione e una altra e ritrovarlo poi parzialmente inutilizzabile immediatamente in caso di necessità.



I colori primari
Con il termine colore primario si intendono il giallo, il ciano (una tonalità di blu) ed il magenta (una tonalità di rosso): colori non ottenibili dalla mescolanza degli altri colori della gamma cromatica dello spettro solare. Il termine non è riportato nell'International Lighting Vocabulary della Commission Internationale de l'Eclairage (CIE) e dunque il suo significato non è specificato a livello di standard internazionale, tuttavia è comunemente riferito alla classificazione dei colori dello spettro solare scoperti da Newton: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto. Ogni colore comprende tutte le sue gradazioni intermedie, ma la suddivisione dello spettro solare in sette è convenzionale e fa riferimento a motivazioni filosofiche, in particolare alla correlazione con le 7 note musicali, i giorni della settimana o i pianeti conosciuti allora. Come detto i colori primari, giallo, rosso e blu, non sono ottenibili dalla mescolanza degli altri colori. I colori secondari si ottengono dalla mescolanza a due dei colori primari:
giallo + ciano = verde
magenta + ciano = viola
giallo + magenta = arancione

I colori terziari si ottengono sommando quantità diverse di due colori primari. All'interno dei colori primari vi sono tre coppie di complementari formate da un colore secondario e dal primario da cui non è composto, ad esempio, se giallo + blu = verde, allora il verde è complementare del rosso, questo genere di coppie da l'effetto di massimo contrasto. Tutti gli effetti delle diverse combinazioni sono stati teorizzati e sono usati normalmente nelle discipline grafiche. I colori primari di una mescolanza additiva (o brevemente i primari additivi) sono i colori che vengono utilizzati nella mescolanza additiva. Per esempio, in una mescolanza additiva dei due colori rosso e verde i primari sono appunto rosso e verde. In una mescolanza additiva dei due colori bianco e ciano, i primari sono bianco e ciano. In una mescolanza additiva di tre colori viola, rosso e giallo, i tre primari sono viola, rosso e giallo. Spesso si usa impropriamente il termine "primari additivi" per indicare tre colori la cui mescolanza additiva produce ogni altro colore, e si individuano questi tre colori nel rosso, verde e blu. Questo uso del termine non ha riscontro nel linguaggio scientifico e si rifà piuttosto a semplificazioni tipiche degli insegnamenti elementari. Infatti non esiste nessun insieme finito di colori la cui mescolanza additiva generi ogni altro colore. In altre parole, i primari additivi, con il significato appena detto, non esistono. Certamente i colori rosso, verde e blu "possono" essere i colori primari (cioè i componenti) di una mescolanza additiva ma non necessariamente lo sono. Tutti i colori possono essere i primari (cioè i componenti) di una mescolanza additiva. Per esempio i primari potrebbero essere viola e marrone. Perché allora è così comune l'affermazione che i primari additivi siano rosso, verde e blu? Perché se ci si limita ad una mescolanza additiva di tre colori e si desidera produrre con questa mescolanza il maggior numero possibile di colori: allora rosso, verde e blu sono i tre colori più opportuni da utilizzare come componenti della mescolanza. Ma è importante tener presente che nemmeno le mescolanze additive di rosso, verde e blu riescono a produrre tutti i colori, ma sempre solo una parte. Non esiste nessuna terna (e nemmeno quaterna, né cinquina, né nessun altro numero finito) di colori che possa produrre in mescolanza additiva tutti i colori. Tuttavia, anche se è vero che tutti i colori non possono venire uguagliati con una mescolanza additiva di rosso, verde e blu, è anche vero che è possibile considerare tre primari immaginari (una sorta di estrapolazione matematica dei tre primari reali) dalla cui miscelazione additiva sia possibile ottenere tutti i colori. Proprio su questo è basato il sistema CIE di classificazione dei colori, che specifica, per l'osservatore standard (un osservatore immaginario la cui visione dei colori è la media di quelle di un certo numero di osservatori reali scelti opportunamente), le quantità di ciascuno dei primari (immaginari) necessarie a uguagliare ogni possibile colore. Diverso è il concetto di primari puri o primari psicologici introdotto dal fisiologo tedesco Ewald Hering (1834-1918). La teoria di Hering sulla visione del colore postula l'esistenza di tre coppie opponenti di colori: bianco e nero, rosso e verde, giallo e blu. Questi sei colori sono detti puri, unici. In questo caso il termine primari sta ad indicare i sei colori che stanno alla base di questa particolare teoria.
La suddivisione dei colori

I colori si suddividono in PRIMARI, SECONDARI E TERZIARI. I colori PRIMARI: ROSSO, BLU, GIALLO, non possono essere generati da altri colori.
I colori SECONDARI:ARANCIO, VERDE, VIOLA si ottengono mescolando due primari in parti uguali.
Mischiando due primari in quantità diverse, si ottiene un colore TERZIARIO come in questo esempio:
All’interno dei colori primari e secondari, abbiamo tre coppie di colori detti COMPLEMENTARI.
Ogni coppia di complementari è formata da un primario e dal secondario ottenuto dalla mescolanza degli altri due primari. Per sapere qual è il complementare del colore primario giallo, mischiate gli altri due primari, il rosso e il blu: ottenete il viola che risulta essere il complementare del giallo.
il viola è complementare del giallo
è complementare del rosso
l'arancio è complementare del blu.
Ogni coppia ha in sé un colore poco luminoso ed uno molto luminoso. Nelle coppie giallo - viola, rosso - verde, arancio - blu, il primo colore è molto più luminoso del secondo. Se si accostano i colori complementari si ottiene un effetto di massimo contrasto: i due colori acquistano forza cromatica rafforzando a vicenda la luminosità di entrambi.
Se si pone un colore luminoso al centro del suo complementare meno luminoso, l'effetto di contrasto e di complementarità è particolarmente evidente.

Colori caldi e freddi
I colori hanno una "temperatura" e si suddividono in caldi, freddi e neutri in base alle diverse sensazioni che trasmettono, alle immagini e alle situazioni che richiamano alla mente. I rossi, i gialli e gli arancio sono luminosi e si associano alla luce del sole ed al suo calore, mentre i blu, i violetti e i  verdi evocano la neve, il ghiaccio, il mare, il cielo.



Sono caldi i colori che tendono all'arancio e al rosso:

freddi
quelli che tendono al viola e al blu:

neutri quelli che tendono al nero, al bianco e al grigio.
I colori si influenzano tra di loro e può succedere che la predominanza di colori freddi faccia passare in secondo piano la presenza di colori caldi e viceversa.
La teoria della "temperatura" di un colore non è così rigida. Infatti, tra la metà calda e la metà fredda del cerchio cromatico si distinguono ulteriori colori "caldi" e "freddi". Prendiamo per esempio i rossi: in questo cerchio cromatico a 12 spicchi esistono due tipi di rosso, uno caldo e uno freddo.
Il primo è il rosso di cadmio che tende al "caldo" arancio. Per contro il cremisi d’alizarina è relativamente freddo in quanto tende al "freddo" violetto vicino nel cerchio cromatico.
Le stesse considerazioni valgono per i gialli. Il giallo di cadmio chiaro è un colore caldo perché tende al "caldo" arancio. Invece il giallo limone è freddo e infatti è collocato vicino al "freddo" verde.
Anche i colori secondari si dividono in caldi e freddi. Il verde è freddo perché formato dalla combinazione di un giallo freddo e di un blu freddo. Il cerchio disegnato sopra è simile a quello di Itten, pittore contemporaneo.
Nel triangolo al centro ci sono i tre colori primari; su ogni lato del triangolo sono disegnati i tre secondari in corrispondenza dei due primari; tra i primari e i secondari si trovano i terziari.
L’effetto dei colori adiacenti
Un colore può sembrare più caldo o più freddo a seconda del contesto in cui è collocato.
Ad esempio il violetto è un colore intermedio ottenuto dalla combinazione di blu (freddo) e rosso (caldo):
accanto a un colore caldo
come il rosso sembra freddo,
mentre vicino a un colore freddo
come il blu,
appare caldo.

Le linee geometriche
Si chiama genericamente linea un qualsiasi oggetto o traccia, curvo o no, congiungente due punti, il suo inizio e la sua fine, detti estremi; proprio a causa del suo significato molto esteso, sono numerosissimi i campi in cui si possono individuare delle linee di vario genere. In campo geometrico, la linea è una serie infinita di punti adimensionali ravvicinati; essa possiede dunque una sola dimensione, la lunghezza, e manca di larghezza e di profondità. Le qualità che una linea può possedere sono diverse e numerose: principalmente, essa può essere dritta, spezzata o curva. Una linea si dice dritta quando i punti che la compongono si susseguono uno dietro l'altro in una fila lineare; questo tipo di figura viene chiamata retta se non ha inizio né fine, semiretta se ha inizio o fine e segmento se ha inizio e fine. Una linea si dice invece spezzata quando, periodicamente, si riscontrano notevoli cambiamenti d'angolazione e spigolature; infine, essa è chiamata curva quando la si può dire generata da un unico punto che si muove casualmente sul piano o nello spazio. Le linee appartenenti agli ultimi due gruppi detti, inoltre, possono essere chiuse o aperte, a seconda che i loro estremi coincidano o no: alle linee spezzate chiuse appartengono tutti i poligoni, mentre a quelle curve chiuse figure come il cerchio e l'ellisse; similmente, alle linee curve aperte appartengono sinusoidi, parabole, iperboli e tantissime altre figure. Elemento fondamentale affinché si possa formare una figura geometrica è che la linea non sia intrecciata: essa può infatti, nelle sue curvature, formare degli istmi, ovvero delle zone in cui due punti si trovano sovrapposti racchiudendo due o più aree differenti. Naturalmente esistono anche linee aventi più di una delle qualità sopra citate (retta o curva, chiusa o aperta, intrecciata o semplice): un evidente esempio è la forma ad otto, che è insieme curva, chiusa e intrecciata.
Linee rette:sono le linee più brevi che passano per 2 punti (non cambiano mai direzione).
Semirette: ha un punto di inizio ma non di fine (sono la metà di una retta).
Segmenti: sono parti di rette. Hanno gli estremi (il punto di inizio e quello di fine).
Linee spezzate :sono linee che cambiano direzione bruscamente (sono formate da segmenti).
linee curve: sono linee che cambiano direzione continuamente,ma dolcemente (non sono formate da segmenti).
Linee miste: sono linee in parte spezzate,in parte curve.
I puntini alle estremità stanno ad indicare che la linea, in quella direzione, prosegue all'infinito.
I punti
In geometria il punto è un concetto primitivo. Intuitivamente equivale ad un'entità adimensionale spaziale, per cui può essere considerato semplicemente come una posizione, come una coordinata. Ma alcuni lo considerano che possa rappresentare una figura geometrica; perché come è noto, una figura è un insieme di punti. In topologia ed analisi matematica, viene spesso chiamato punto un elemento qualunque di uno topologiche, in particolare, di uno spazio funzionale. Negli Elementi di Euclide, al punto è riservata la prima delle definizioni del I libro, dove si indica che punto è ciò che non ha parti. Il punto è l' ente fondamentale della geometria ed è privo di una qualsiasi dimensione. Tale definizione è di tipo ostensivo cioè non ha una valenza logica ma che serve ad indicare ciò di cui ci si vuole occupare. Con l'assiomatizzazione rigorosa della geometria effettuata da Hilbert nei Grundlagen der Geometrie il punto, assieme alla retta ed al piano (geometria), diventa una delle nozioni primitive della geometria e quindi non è definito. Da notare che sarebbe possibile anche fondare la geometria assumendo come primitiva la nozione di regione e definendo i punti tramite opportune classi di "regioni sempre più piccole". Un punto nella geometria euclidea non ha grandezze di alcun tipo (volume, area, lunghezza), e nessuna caratteristica in generale tranne la sua posizione. I postulati di Euclide asseriscono in alcuni casi l'esistenza di punti; un esempio: se due linee in un piano non sono parallele, c'è esattamente un punto che appartiene ad entrambe. Tre o più punti nello spazio si dicono allineati se sono contenuti in una retta. Quattro o più punti nello spazio si dicono complanari se sono contenuti in un piano.

Proprietà

Nella geometria euclidea il punto è in relazione con gli altri enti geometrici fondamentali, quali la retta e il piano. Ad esempio:

  • Per ogni punto nel piano passano infinite rette.
  • Per due punti passa una e una sola retta.
  • Per tre punti non allineati passa un solo piano.
  • Per tre punti non allineati passa una sola circonferenza.
  • Una linea o una retta sono una successione infinita di punti.


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